“Il poemetto “Ad ogni avvento” rimane una delle composizioni più riuscite del poeta … Si tratta, infatti, di una delle più garbate ed efficaci definizioni di poesia proposte in assoluto nel corso dei passati anni Settanta”.
sandro gros pietro
“[In Ad ogni avvento] quanta vita, quanta pura weiliana attenzione, quanto amore per le cose, la natura, le persone: che respiro lieve tra i versi, nella loro variata disposizione e spaziatura, che pure mar sembra arbitraria”.
giovanna fozzer
“Che cosa è questa splendida antologia di D’Erice, se non la sintesi lirica e l’equivalente della problematica esistenziale del postmoderno, se non l’amara regi strazione del caos individuale e collettivo, che ci travaglia e della speranza e dell’utopia dialettica tutta religiosa, ma sempre fondamentalmente antropologica ed esistenziale, di una salvezza, che coinvolga tutti, senza distinzioni di religione e di razza, di una beatitudo huius vite che un altro poeta simbolista, il più grande della nostra letteratura, additava come epico universale traguardo della pace?”
pietro mazzamuto
“Dino D’Erice si pone squisitamente come poeta lirico… Poeta lirico tragico. Ogni volta che il poeta lirico dice io, in realtà sottintende sempre costantemente un noi, cioè fa della propria esperienza, della propria dolorosa percezione del mondo un messaggio universale, vuole condividere un’esperienza che è assolutamente sentita come comune, come patrimonio di tutti. Credo che in questa tensione, in questo forte senso della comunitas proprio stia anche la radice, la costante della poesia di Dino D’Erice”.
roberto deidier
“L’itinerario della poesia di Dino D’Erice si sviluppa lungo il filo di un disagio dell’anima che domanda. alla vita approdi di speranza… Sul piano stilistico mi è sempre parso di intravedere il richiamo ad una linea protonovencentesca del futurismo siciliano non marinettiano”.
salvatore di marco
“Ho apprezzato molto le liriche: un’anima a nudo coi suoi astratti furori e le sue implacate tension… Bei versi e un bel percorso poetico e intellettuale, con plu d’una incursione in partibus infidelium”. L’anima appunto, non ha dimore fisse né chiese in cui officiale”
antonio di grado